Test Drive Mercedes 240D W123

Prove e recensioni a cura dello Staff MBCI

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Manolo Montagna
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Auto guidata: Mercedes Benz C124 200 CE, W210 E250 Diesel
Località: Martina Franca (TA)

Bene, provo a scrivere una recensione…non è la prima volta che lo faccio ma è da moltissimo tempo che appunto non lo faccio, e quindi spero di essere perdonato da voi lettori.

È da qualche giorno che ho con me una Mercedes 240D, il cui proprietario mi ha chiesto di sistemare alcuni problemi, ma io non potevo lasciarmi sfuggire l’occasione di provarla su strada per puro piacere e non solo per test.
Da questi giri sulle strade di Martina Franca, tra provinciali e statali, dagli spettacolari articoli delle prove su strada di Startaxi (non me ne volere Star), mi sono detto “perché non condividere l’entusiasmo provato alla guida di questa berlina?” è così che ci provo!

Un po’ di storia: Mercedes Benz W123, il progetto iniziato nel 1968 diventa realtà nel 1976 per sostituire le W114 e W115 (le famose \8), con l’intento di migliorare la qualità della sicurezza dei passeggeri al massimo sull’auto di classe. Frontale e coda sono a deformazione programmata, le porte vengono dotate di barre antintrusione, viene introdotto il piantone dello sterzo collassabile e la pedaliera con snodo di sicurezza, oltre ai rivestimenti morbidi di cruscotto, pannelli porta, braccioli e volante, inoltre vengono installati i freni a disco su tutte le ruote. In seguito tutte le versioni potevano essere equipaggiate con optional come l’airbag per conducente, e sulle ultime serie si poteva richiedere l’abs. Come tradizione del marchio il confort è al top, sospensioni anteriori McPherson, mentre i bracci oscillanti al posteriore, nuovi motori, tutto racchiuso nella carrozzeria nata dalle matite dello staff di i Bruno Sacco. La Mercedes è riuscita a fare un’altra buona auto? Direi proprio di si.

La Gattona (o Cinesina) in questione è telaio 123.123, non è un errore, il numero di telaio inizia così WDB123123, dove gli ultimi tre numeri stanno ad indicare che è la versione berlina con motore Diesel OM616D24 da 72 cavalli, il 616.912, cambio manuale a 4 rapporti 716.210 ovviamente con trazione posteriore. Il primo proprietario è un signore di Ceglie Messapica (BR) che l’acquistò nuova nel 1982 presso la concessionaria MMM Mercedes Musolino (troviamo ancora il badge sul baule e il portachiavi dell'epoca), colore carrozzeria Verde Mango (875U), interni in MB TEX beige (135), ed è stata in suo possesso fino all’inizio di quest’anno, quando l’ha venduta all’attuale proprietario di Martina Franca. Quarant’anni di vita, poco più di 276 mila chilometri, la giusta patina di vecchiaia sul verde mango, rivestimenti interni ancora perfetti tranne che per qualche piccolissimo difetto, ma appena apri lo sportello senti immediatamente quel classico odore Mercedes. In quegli anni queste auto costavano molto, e gli optional ancora di più, oltre al rivestimento MB TEX, troviamo l’idroguida, la chiusura centralizzata ad azionamento penumatico, il bracciolo anteriore e posteriore, l’isolamento termico dei vetri con fascia verde, e l’aumento della capacità del serbatoio di 10 litri. In seguito, forse dopo averla acquistata, hanno installato una autoradio Grundig e antenna elettrica Autosonic.
La prima volta che l’ho vista, con quel colore verde, ho pensato alla possenza e alla solidità confermate subito dal momento in cui ho aperto la porta lato guida, un clic della maniglia, lo sgancio silenzioso e veloce, mentre alla chiusura ho fatto un sorriso di soddisfazione per la leggerezza e lo stesso silenzio nonostante il suo peso.
Oggi questa 240D fa inorridire qualcuno, ma fa sorridere altri…il primo giro l’ho fatto con mia moglie “mi sembra di essere l’attrice Angela Luce”. Angela Luce è la moglie di Mario Merola in Lacrime Napoletane! Quindi siamo partiti da casa con le lacrime agli occhi per le risate, pensando agli sguardi che ci venivano rivolti. Abbiamo apprezzato la comodità dei sedili anteriori, forse un po’ l’ampiezza del volante all’inizio mi ha reso leggermente impacciato ma ci si abitua immediatamente. Si stendono le gambe senza problemi, i pedali hanno una buona distanza tra di loro, e dietro è ancora meglio stendersi sull’enorme divano posteriore, comodo anche per tre persone. I rivestimenti sono studiati per essere morbidi al tatto, ed il colore beige non stanca, ma si deve tenere pulito, anche il cielo è rivestito con un ottimo vinile chiaro tutto a vantaggio della illuminazione interna. I vetri sono ampi, lasciano entrare le luci esterne benissimo, e la visibilità alla guida sembra quasi non avere punti ciechi.
Le auto odierne hanno plance illuminatissime, ed ogni strumento, maniglia o pulsante ha il suo led che cambia colore, nella 240D invece è illuminato solo l’essenziale. Accendendo i fari, l’illuminazione interna ad intensità regolabile è lasciata solo all’enorme quadro strumenti e alla plancia centrale dei comandi della ventilazione, il regolatore altezza fari e il pulsante dello sbrina lunotto, il pulsante delle luci d’emergenza. La ventilazione è affidata ad una singola ventola regolabile in tre velocità e un riscaldamento bizona, bocchette di tipo circolare sul cruscotto e bocchette di ventilazione anche ai piedi posteriori, tutto efficiente all’occorrenza. Bagagliaio gigantesco che ti fa appunto tornare alla mente quei vecchi film dove le bande di malavitosi mettevano i corpi esanimi dei loro nemici…quanti ne entreranno? Ieri sera stavo rivedendo “Il Camorrista”, ho perso il conto delle W123 che hanno preso parte alle registrazioni.
È nella guida che si apprezza la vocazione di auto da viaggio, l’assetto è morbido, buche, dossi e asperità della strada si sentono a mala pena. In curva anche a velocità sostenuta la 123 si corica pochissimo, tenendo la buona traiettoria senza fare correzioni da sottosterzo, nonostante gli pneumatici radiali Michelin da 13” abbastanza vecchi. Non parliamo di sovrasterzo…non lo so se è in grado di farlo su asfalto asciutto, non ho provato…L’idroguida è leggerissima abbinata al diametro grande del volante le manovre di parcheggio sembrano ridicole. Con la rumorosità del diesel c’è da abituarsi a causa della mancanza dei pannelli di insonorizzazione, all’epoca non previsti, nelle porte e sulla lamiera tagliafuoco, e nel cofano anteriore, il motore si sente anche a finestrini chiusi.
L’illuminazione della strada è affidata agli enormi fari anteriori orizzontali in vetro e due parabole sdoppiate circolari, dove le più interne sono i fendinebbia di serie per tutta la gamma, mentre i lunghi fanali posteriori hanno la particolarità di essere incavati a righe per essere visibili anche se sporchi, soluzione adottata poi per la serie 126, 201 e 124. Dimenticavo di dirvi che non c'è la possibilità di dimenticarli accesi...l'auto è dotata di un avvisatore acustico che può fare da clacson per quanto è fastidioso.
L’OM616 dotato di 72 cv si accende subito appena fatto il preriscaldo delle candelette, un precamera di combustione, con pompa alternativa di iniezione Bosch che fa pensare alle enormi fumate nere…nulla, solo il classico grigio se ci si fa attenzione. I tecnici Mercedes avevano pensato che in caso di necessità, clima freddo ad esempio, basta girare un piccolo manettino sotto il quadro strumenti per tenere il motore leggermente accelerato per farlo scaldare prima. Poche vibrazioni, ma come detto prima rumoroso, fluido, buona erogazione della bassa coppia 137 Nm a 2400 giri/1, e un consumo che dovrebbe attestarsi attorno ai 9l/100km, dato che purtroppo non posso confermare al momento. Cambio a quattro rapporti con marce lunghe, in prima si raggiungono i 40 chilometri orari, da non chiedergli lo scatto di accelerazione. L’impianto di raffreddamento motore ha una capacità di 10,2 litri di liquido, senza vaso di espansione, ha un grosso radiatore e una ventola di raffreddamento con giunto viscostatico.
Esteticamente ha le linee tese che la rendono importante, come importante è la griglia radiatore, paraurti in acciaio cromato con parabordi in gomma, maniglie, cornici vetri, e coppe ruota sempre cromate per esprimere il concetto dell’auto di lusso.
Questo esemplare aveva alcuni problemi che non sono stati proprio semplici da riparare a causa di componenti per nulla disponibili, come i soffietti degli attuatori pneumatici della chiusura centralizzata, ma con un po’ di fantasia tutto è a posto. Gli ho aggiunto lo specchio retrovisore destro per comodità nelle manovre nel suo garage, e sono in attesa della nuova antenna elettrica.

In conclusione la W123 240D è un’auto di classe degna di essere Classe E.

Le foto sono state scattate a Locorotondo.
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Manolo Montagna
Mercedes Benz 200 CE, Mercedes Benz E250 Diesel Classic, Fiat Stilo 1.6 105cv Active

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